Carabinieri in trincea. La storia di Luigi Lucchesi da Caporetto al Ponte di Perati ricostruita da Andrea Giannasi

La storia inedita del Capitano Lucchesi che con il 3° Battaglione Carabinieri combatté in prima linea sulle montagne tra l’Albania e la Grecia. La ricostruzione dei tragici fatti quotidiano di un reparto schierato con oltre 600 uomini e che dopo due mesi di guerra si era ridotto a 140 combattenti.

LUCCA – In occasione dei festeggiamenti per i 211 anni dell’Arma dei Carabinieri sabato 7 giugno alle ore 16 presso la Casermetta baluardo di San Martino, a cura dell’Associazione Historica Lucense e del Centro Studi di Storia contemporanea “Carlo Gabrielli Rosi”, verrà presentato il saggio “Carabinieri in trincea. La storia di Luigi Lucchesi da Caporetto al Ponte di Perati con il 3° Battaglione Carabinieri Reali” di Andrea Giannasi e edito da Rubbettino editore.

L’ultimo lavoro dello storico Giannasi verrà presentato dalla professoressa Carla Sodini (Università di Firenze).

Il volume ricostruisce la storia di Luigi Lucchesi combattente volontario nella Prima guerra mondiale caduto, dopo Caporetto, prigioniero degli austro-ungarici. Condotto nel campo di concentramento di Celle soffrì l’abbandono e la fame come altri migliaia di italiani, passando il terribile inverno tra il 1917 e il 1918. Lucchesi, una volta liberato e rientrato in Italia, entrò dopo la Grande Guerra nei Carabinieri Reali servendo prima in Italia e poi in Libia. Allo scoppio del Secondo conflitto mondiale con il 3° Battaglione Carabinieri Reali, venne impiegato nell’inverno tra il 1940 e il 1941 sul fronte greco albanese. Il Capitano Luigi Lucchesi, combatté a Klisura, ricevendo la Medaglia di Bronzo al Valor Militare, lasciando il diario inedito dei durissimi combattimenti sostenuti dai Carabinieri in prima linea. Al termine delle operazioni rimase in servizio in Albania fino all’8 settembre 1943 quando il battaglione si rifiutò di continuare la guerra accanto ai tedeschi. Riuscì a sottrarsi alla cattura e alla deportazione nel campo di concentramento di Częstochowa, rimanendo latitante fino alla fine della guerra. Una volta liberata l’Albania Lucchesi tornato libero decise di rientrare in patria e riprendere il servizio nell’Arma.

A Valona venne invece arrestato dalla polizia albanese per aver tentato di imbarcarsi per l’Italia e dopo aver trascorso alcuni mesi in carcere a Durazzo venne finalmente, nel novembre del 1945, rimpatriato e reintegrato in servizio. Finì il servizio con l’Arma dei Carabinieri negli anni ’50 con un ultimo incarico nella Legione a Torino.

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